Federico Fellini : I sogni hanno il sapore di zuppa inglese
27/01/20
“La vita è una combinazione di magia e pasta” amava dire il maestro Federico Fellini. Come dargli torto. Qualche giorno fa, il 20 gennaio, in onore del centenario della sua nascita, il popolo Felliniano ha festeggiato il regista in Piazza Cavour a Rimini, rendendogli omaggio, oltre che con musica, balli e giocolieri, con una torta creata dal maestro pasticcere Roberto Rinaldini. Romagnolo doc, Rinaldini ha proposto il dolce preferito del regista, la zuppa inglese, in una versione che Fellini amava e che proprio la sorella Maddalena era solita preparargli: senza cioccolato e con una meringa come guarnizione.
“Sono orgoglioso, come riminese, ed è un grande riconoscimento per il mio lavoro”, afferma Rinaldini. “Fellini è famoso nel mondo e fare questa torta per celebrare un anniversario così speciale è una soddisfazione enorme”. Rinaldini ha lavorato a lungo per ideare la struttura, che ha rievocato scene dei film e l’immaginario del regista.
La classica zuppa inglese, che nonostante il nome è un dolce romagnolissimo, prevede pan di spagna, crema pasticcera e cioccolato; quella ricreata da Rinaldini, invece, è composta da crema alla vaniglia, più leggera rispetto alla classica pasticcera, pan di spagna preparato con il savoiardo inzuppato nello sciroppo alchermes e pasta sablé. Per la decorazione finale è stata utilizzata una meringa brulè.
Una torta ideata per deliziare tremila persone. Sulla struttura portante di quasi due metri sono stati assemblati, oltre ad un centinaio di monoporzioni per i più fortunati, una riproduzione del maestro Federico Fellini in 3D e altri elementi dedicati alle locandine dei suoi film e poi, ovviamente, tutto il resto da sporzionare.
Questo l’enorme quantitativo degli ingredienti usati: 150 litri di latte, 150 chili di zucchero e 250 chili di uova, 500 litri di panna e 150 baccelli di vaniglia bourbon, 40 litri di alchermes, 80 arance non trattate, 200 chili di mascarpone, 30 chili di burro e 30 chili di farina.
Federico Fellini nacque a Rimini il 20 gennaio del 1920. Suo padre era un rappresentante di Parmigiano che teneva in casa in grandi quantità. “Sono cresciuto con quell’odore sotto il naso”, ricordò più tardi. Ciò nonostante il Parmigiano non era il suo cibo preferito. Il posto d’onore era occupato dalla zuppa inglese di sua nonna. Il tocco finale del dolce era dato da una meringa a cui, ai tempi in cui non c’erano le sac à poche in plastica, sua nonna dava forma mettendo l’albume dell’uovo mischiato allo zucchero in un rotolo di carta di giornale. “Questo è un dettaglio importante”, raccontò il maestro, “perché la meringa aveva un retrogusto di quella carta di giornale. Il che è impossibile da riprodurre perché quel giornale non è più in stampa”. Il film che più si avvicina alla sua esperienza di vita in fatto di cibo è Amarcord, in quanto Fellini amava i grandi pranzi di famiglia e tesseva spesso le lodi della cucina di sua madre.
Il legame tra il pasticcere prodigio Roberto Rinaldini e il maestro Federico Fellini è stato unico, dettato da una zuppa inglese in stile Amarcord, che in dialetto poi significa “mi ricordo”. Voglio pensare a questi due anime così affini sedute ad un tavolino, magari in una delle tante piazze di Rimini, con il cucchiaino tra le dita ad assaporare silenziosamente il loro ingrediente segreto: i sogni.
E per essere in vero tono Felliniano, perché no, mettiamoci anche la banda
Fonte “Amica”